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Advance Paris A 7

Oggi vi parlo di un oggetto relativamente nuovo, mi è stato prestato da un amico che compra elettroniche per vedere come vanno ( beato lui che può ) e me l’ha dato senza neanche aprirlo, un all-in-one o quasi visto che non ha il lettore CD.  Parliamo dell’Advance Paris A7. Sono in molti i detrattori di questo marchio francese che fa produrre in Cina. Le prime macchine che hanno immesso sul mercato, dal punto di vista dei materiali utilizzati erano eccezionali, ma non erano tutte ben suonanti, anzi diciamo che lo erano solo i finali e gli integrati più grandi . I lettori CD ed i Dac erano da evitare, utilizzavano chip non recenti, e spesso avevano stadi valvolari o con operazionali che ‘caricavano’ un po’ troppo il suono che risultava sì caldo ed avvolgente ma molto impastato. Le ultime macchine sono invece molto più economiche e leggere dal punto di vista dei materiali: frontali in plexiglas, chassis non granitici, manopole in plastica, pulsanti a sfioramento, insomma si sono allineati ai produttori di massa quali Onkyo, Denon, Rotel e Maranz, mentre dal punto di vista del suono e della timbrica si sono evoluti, sono diventati più neutri e precisi, meno ‘caldi’ ( rimangono comunque nella categoria), sfoderando nel recente passato macchine veramente ben suonanti come l’xa 160 e xi125 o il lettore cd  X-Cd 1000 .

L’ Advance Paris A7 fa parte delle ultime macchine lanciate, che sono tutte all-in-one. Advance cavalca  in pieno la moda attuale dello streaming online e della musica liquida. Partiamo dall’estetica: particolare, può non piacere a tutti. Il frontale è in parte in plexiglas ed in parte in alluminio, i pulsanti sono a sfioramento, la manopola è in plastica zigrinata: senza infamia né lode. La regolazione del volume è digitale non c’è il classico potenziometro: è una soluzione che qualche anno fa veniva denigrata, ora viene usata dai più, anche Audio Analogue negli ultimi ampli usciti, in quanto i nuovi chip fanno molto bene il loro lavoro. Poi ci sono i Vu meter, questi sono molto vintage e direi bellini. Ed un piccolo monitor per il menù, questo non ha una risoluzione molto alta, ma è chiaro e ben visibile. Ci sono ben 2 uscite cuffie: il classico Jack grande e quello piccolo (l’ho testato con una AKG di qualche anno fa, di quelle ancora fatte in Austria, una 32 ohm da circa 200 euro, e con una cuffia di livello molto più alto una Denon 7200 da oltre 700 euro, niente da segnalare: suona correttamente, ha una schedina dedicata non è quindi una soluzione fatta in economia, pilota bene tutte le cuffie “normali”, per le cuffie “difficili” potete collegare un ampli cuffie e collegarlo al pre-out utilizzando quindi la parte di DAC Stramer, pre-amplificazione). Lo chassis non è molto ‘pesante’, ma risulta comunque robusto, è molto forato immagino per facilitare l’espulsione del calore, data la funzionalità High Biass presente. Sul retro, verniciato color oro, che fa molto Marantz, c’è una pletora di entrate digitali ed analogiche, quella usb per collegare una memoria ( peccato legga solo hd e chiavette di massimo 128 gb ), l’hdmi arc per collegare un televisore, lo stadio phono: con la particolarità di poter selezionare il tipo di testina fra MC low , MC high ed MM, ogni selezione cambia l’impedenza di ingresso ed il guadagno per adattarsi a tutti i tipi di testina (da mail di MPI, i valori dell’impedenza dovrebbero essere: 300 ohm MC low , 47 per MM ed MC high ). C’è l’antenna wifi, il Dongle BT (che non è stato comprato, ma era nella confezione), il connettore per l’antenna FM/DAB . Addirittura 2 uscite Sub, doppie uscite per i diffusori (per bi-wiring o un altro paio di casse in un’altra stanza). Per ultimo c’è anche il selettore per la modalità high-bias, se impostato alza a 20 watt il livello di trigger per il passaggio dalla classe A alla classe AB, questo significa che a conti fatti se avete casse efficienti e non ascoltate rock pesante avete un amplificatore in classe A, qua c’è un bell’articolo sulla classe A e classe AB https://www.audioreview.it/tecnica/la-classe-e-la-classe-ab.html. Che differenza c’è nel suono quando l’high biass è attivo ? Beh, la differenza si sente  nei generi più tranquilli come il Jazz o la classica da camera, si nota una rotondità, una linearità ed una finezza maggiore. Il Dac utilizzato è un moderno ak4490, sulla carta è un dac spettacolare, spesso si utilizzano più dac in parallelo per diminuire il rapporto segnale/rumore, con questo dac viene dichiarato un rapporto s/r di 123 db in modalità stereo e di 120 db in modalità dual mono, quindi per 3 db mettere 2 chip in parallelo è sicuramente una scelta molto antieconomica, infatti qui ne abbiamo uno solo. In molti dac e streamer è possibile selezionare più modalità di filtri digitali (sharp,slow,short, ecc…) nell’A7 non è possibile.

A corredo del tutto c’è un bel telecomando… esteticamente molto bellino, ma di plastica, e comune a tutti gli Advance, quindi ci sono tasti che non vengono usati, altri possono essere fuorvianti come il tasto cd che non passa all’entrata cd ma non fa nulla: è usato per gli Advance Paris dotati anche di lettore cd.
L’uso principale nel mio caso è per la musica da Qobuz, per i vinili e poi per la musica su NAS e le internet radio… le altre funzionalità di radio FM/DAB, BT, o HDMI, le ho testate relativamente. Funzionano correttamente e tanto mi basta… potrei dire che la ricezione FM non è come quella di un tuner Anni 70 top di gamma, ma comunque vengono prese le stazioni principali, mi ha deluso molto la Radio DAB+ spesso la qualità degli stream delle radio è veramente bassa. Ma questo non è un problema imputabile all’A7.

L’interno, la scheda in basso a sinistra posta più in alto è la parte digitale, quella sotto è l’amplificazione vera e propria, a destra la sezione di alimentazione, in alto in verticale il pannello frontale con i vu-meter


Parlando invece dello streaming da Qobuz, siamo su livelli ottimi, indistinguibili dalla riproduzione da NAS o da chiavetta, questo quando si ha a che fare con stream fino ai 24/96 khz, quando si passa ai 24/192 khz si deve avere una connessione prestante ed un segnale wi-fi buono. Questo perché probabilmente il buffer del A7 non è particolarmente grande e durante la riproduzione può fare qualche glich, a casa mia nelle ore di grande congestione della banda, difficilmente si riesce ad ascoltare a 24bit/192 khz. Passando invece per la chiavetta USB o da Nas locale la riproduzione è senza nessun tipo di problematica ( sempre che abbiate un Nas prestante). Detto questo nel mio impianto la differenza fra una traccia a 24/96 ed una a 24/192 non riesco a sentirla. L’app android è generalmente stabile, ben integrata con Qobuz, ed anche  l’uso di TuneIn risulta pratico (la qualità degli streaming radio è sensibilmente maggiore della ricezione DAB+). Vede correttamente gli eventuali media server dlna presenti nella rete locale. L’unica pecca è che non mostra il bitrate della traccia che si sta suonando al momento. Comunque nel caso l’app non vi soddisfacesse, essendo l’A7 upnp compatibile potete usare anche app di terze parti come Bubble Upnp.

Il Retro, con il gran numero di uscite


Sì ma che suono ha questo A7 ? Chiariamo subito che la qualità di riproduzione è quella di un amplificatore integrato hi-fi: i 115 watt sono veri e ci sono tutti, non è un sinto-ampli, al momento ho diffusori (Sonus Faber Liuto) che necessitano di un amplificatore con una buona schiena e l’A7 ce l’ha. Lo si vede anche dalla struttura interna, la parte ‘digitale’ è completamente separata dalla parte ‘analogica’. Parte analogica con un toroidale giustamente dimensionato, come anche i condensatori, ed un adeguato dissipatore ( importante quando si usa l’high biass visto che scalda parecchio ). Devo fare un plauso particolare allo stadio phono, nonostante l’equalizzazione riaa sia fatta attraverso operazionali, la qualità è molto buona e risulta anche piuttosto silenzioso, anche con le testine MC (ho provato una Grado Gold MM ed una Audio Technica MC la OCX9EXB ). 

Nel mio impianto, come potete vedere è un amplificatore relativamente compatto


In generale il suono dell’ampli risulta sul caldo, più orientato alla musicalità che non al dettaglio. Il basso è una via di mezzo fra il basso asciutto e veloce dei rotel  e quello più lungo e profondo dei mcintosh, per intenderci; negli alti la tonalità non è mai aspra né troppo squillante… Da il meglio di se nei primi watt di potenza in ragione della sua estesa classe A. La potenza comunque c’è e le tracce che richiedono una gran dinamica vengono rese in maniera convincente. Ha un suono che piace ai più e scontenta solo chi cerca un basso teso ed asciutto ed il suono estremamente analitico. Non pensiate però che il dettaglio sia basso, anzi spesso molte cose che con altri impianti sono in secondo piano, qui spuntano fuori, questa sembra più una caratteristica del DAC che non dell’amplificazione perché usando lo stadio phono questo tipo di presentazione cambia. Abbinatelo a diffusori dettagliati come le Monitor Audio se volete stemperare un po’ il carattere caldo, abbinatelo a diffusori caldi come le Sonus Faber per assecondarne la musicalità… io lo sto usando con le Liuto che sono delle Sonus Faber atipiche dal suono abbastanza monitor, e trovo che sia un ottimo abbinamento valido per tutti i generi musicali.

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